Rete ospedaliera regionale, i sindacati: "Nessuna visione e programmazione inadeguata"

Uil, Cgil e Cisl commentano il piano presentato nei giorni scorsi dal governatore Marsilio e dall'assessore Verì

UIL Abruzzo
29/07/2021
News
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Delusione di Uil, Cgil e Cisl sul disegno di riordino della rete ospedaliera abruzzese prodotto dall’esecutivo regionale. Una rete che manca di visione e che non porta innovazioni di rilievo nonostante la pandemia in atto abbia messo in luce le criticità del sistema sanitario abruzzese. I pessimi dati sulla mobilità passiva nella nostra regione rappresentano un indicatore che avrebbe dovuto spingere la Regione ad una scelta più lungimirante che evidentemente non è stata colta.

Di certo, dopo oltre due anni di immobilismo dell’esecutivo regionale, c’è bisogno di fare presto, anche considerato che la Regione ha dovuto congelare fondi ministeriali per centinaia di milioni di euro destinati all’edilizia sanitaria a causa della carenza degli atti di programmazione. E tuttavia un lavoro pasticciato rischia di vedere la bocciatura del tavolo di monitoraggio nazionale, eventualità da scongiurare perché configurerebbe ulteriori ritardi nella spesa di fondi necessari per mettere in sicurezza e migliorare le nostre strutture sanitarie.

E’ un grave errore pensare oggi di disegnare una rete ospedaliera che non tenga conto delle necessarie e strette connessioni con la rete territoriale, considerati gli imponenti investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Presidente Marsilio ha dichiarato solo qualche giorno fa che le risorse del Pnrr non sono soddisfacenti per coprire tutte le esigenze della sanità abruzzese. Tale affermazione, corretta, indica però proprio la necessità che la Regione effettui una programmazione sanitaria che tenga conto delle risorse disponibili e dunque accompagni le sue scelte con un piano economico e finanziario che miri effettivamente a produrre gli investimenti necessari a cambiare in meglio la sanità abruzzese. Ciò dovrà essere in linea, tra l’altro, con un massiccio piano di assunzioni e di stabilizzazione del personale sanitario, già oggi drammaticamente carente ma che con i nuovi investimenti da operare nella rete ospedaliera ed in quella territoriale vedrà un ulteriore aumento delle necessità di ampliamento degli organici di personale. La missione 6 del Pnrr prevede investimenti nelle Case delle Comunità (oggi non esistenti nel modello sanitario abruzzese), il rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità e dei servizi domiciliari, investimenti in innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Tali risorse, stanziate dall’Unione Europea, copriranno gli investimenti ma solo fino al 2026, la gestione ordinaria e il personale dovrà essere garantita tramite il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale, ecco perchè serve avere ben chiaro il disegno complessivo della sanità regionale dei prossimi anni ed il piano degli investimenti, della gestione e del potenziamento degli organici. Assistiamo da troppo tempo ad ospedali che nei fatti vengono svuotati di competenze professionali adeguate, con interi reparti che vengono gestiti in assoluta carenza di personale, che vengono chiusi ed accorpati, con attrezzature obsolete che non vengono rinnovate e con assenza di innovazione. Per non parlare poi delle infinite liste di attesa, sovente causate proprio alla forte carenza di personale. Temi fondamentali per garantire la salute dei cittadini abruzzesi ma la cui discussione ed approfondimento viene sempre rimandata quando si parla di riorganizzare la sanità.

Senza una adeguata programmazione si rischia di non cogliere l’opportunità di rivoluzionare al meglio il nostro sistema sanitario.

La proposta di ridefinizione di nuova rete ospedaliera, inoltre, rinuncia alla creazione in Abruzzo dei Dea di II livello, ospedali dell’eccellenza con tutte le alte specialità ubicate fisicamente in un unico presidio ospedaliero.

Assistiamo ad una continuità con il passato che ha già avuto come conseguenza la collocazione del sistema sanitario abruzzese negli ultimi posti nella classifica nazionale, così come rilevato anche dal recente rapporto del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) sulle performance sanitarie regionali. Purtroppo ancora una volta l’Esecutivo Regionale decide di navigare a vista, di non innovare, di relegare l’Abruzzo ad una mediocrità a danno dei cittadini abruzzesi.

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