"Governo nazionale e governo regionale, due vertenze per rilanciare Italia e Abruzzo"

La relazione di Michele Lombardo alla manifestazione che si è tenuta davanti al Consiglio Regionale dell'Abruzzo a L'Aquila

UIL Abruzzo
07/12/2021
News
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Di seguito, il testo della relazione tenuta da Michele Lombardo oggi, 7 dicembre 2021, a L'Aquila, in occasione della manifestazione che si è tenuta davanti al Consiglio Regionale.

 

Oggi siamo qui in piazza a L'Aquila, Uil e Cgil Abruzzo per rivendicare con forza il diritto ad una trattativa vera con il Governo Nazionale, ma siamo qui oggi davanti al Consiglio Regionale Abruzzese per aprire da questo momento una vertenza Abruzzo e da questo palco vogliamo dirlo con forza a coloro che sono dentro il palazzo Consiliare Regionale che così proprio non va.

Questa giornata di mobilitazione abruzzese è nel solco delle iniziative che le confederazioni hanno messo in campo per sostenere la trattativa con il Governo.

Sulla previdenza noi chiediamo una riforma strutturale del sistema pensionistico che vada incontro innanzitutto ad un mondo del lavoro che è in continua evoluzione e che deve dare certezza di percorso a tutti, a coloro che hanno lavorato una vita e a coloro che entrano oggi nel mondo del lavoro.

Quindi addio alla legge Fornero, mettere in campo un nuovo meccanismo di flessibilità in uscita dal lavoro da 62 anni in poi o con 41 anni di contributi.

Noi puntiamo a una riforma che sappia coniugare una sostenibilità economica e sociale.

La riforma del sistema previdenziale, per noi, dovrà questa volta prevedere anche una diversità di aggancio al sistema pensionistico, che tenga presente la diversità lavorativa e settoriale.

Sulla riforma degli ammortizzatori sociali è ora necessario dare un nuovo assetto definitivo per mettere tutti i lavoratori e le lavoratrici nelle condizioni di poter contare su un sistema equo, inclusivo ed universale.

Oggi più che mai, nell'era della pandemia da Covid-19, è urgente e necessario riformare il nostro sistema di ammortizzatori sociali coniugandolo con la riforma delle politiche attive del lavoro.

Il PNRR ha messo a disposizione oltre 5 miliardi di euro per i prossimi cinque anni, risorse che vanno spese per crescere e migliorare i servizi dedicati alle migliaia di lavoratori che dovranno essere ricollocati o accompagnati nella difficile transizione da un posto di lavoro ad un altro.

La formazione diventerà una leva strategica e i fondi interprofessionali sono pronti ad attivarsi.

Il governo deve muoversi in questo senso.

Si deve portare a compimento il piano straordinario di rafforzamento dei Centri per l'Impiego e le Regioni destinatarie del Programma Nazionale Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL) devono fare la loro parte.

Il Governo deve saper cogliere questa occasione straordinaria di crescita e di sviluppo, determinata dalle risorse del PNRR, per creare nuova e buona occupazione per le tante persone colpite dalla crisi, per prima quella sanitaria.

Fisco, Uil e Cgil chiedono con forza che tutti gli otto miliardi di euro vengano investiti per ridurre la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e i pensionati di questo paese. E’ inaccettabile che l’idea portata avanti dal governo sulla riforma delle aliquote tenga praticamente fuori quella parte più debole dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. L’85% dei lavoratori dipendenti e dei pensionati ha un reddito sotto i 35.000 euro ed iniquo pensare di dare maggiori risposte a coloro che hanno un reddito superiore ai 100.000 euro annui. Va rilanciata anche sul fisco l’elemento della solidarietà tra coloro che guadagnano di più rispetto a coloro che guadagnano di meno e che oggi in una condizione di crisi determinata dalla pandemia che ha visto lievitare notevolmente il costo della vita rende per quei redditi bassi, per quelle famiglie, difficoltoso arrivare alla fine del mese.

Politiche industriali, chiediamo inoltre al Governo di spendere parte dei fondi straordinari derivanti dal Next Generation EU ed in particolar modo dal PNRR per rilanciare le politiche industriali nel nostro paese ormai da molto tempo lasciate indietro, rispetto alla competizione industriale e produttiva dei maggiori paesi europei e mondiali. Siamo preoccupati per la sottovalutazione del Governo rispetto a vicende strategiche per la tenuta complessiva di un paese che vuole continuare ad essere un paese avanzato economicamente, industrialmente e socialmente. La vicenda legata al tentativo di acquisizione da parte del fondo americano KKR nei confronti di TIM, pone una seria riflessione al nostro sistema paese. Per un assett così strategico lo Stato non può abbandonare la propria presenza mantenendo la golden power e rilanciando gli investimenti che consentono alle telecomunicazioni di rimanere strategiche per lo sviluppo del nostro paese. Non accetteremo decisioni calate dall’alto che mettono a rischio 40.000 posti di lavoro in questo settore, know how acquisito in questi anni e lo stesso mercato. Stessa attenzione ha il sindacato sulla vicenda Stellantis che deve rimanere per il Governo una priorità assoluta nella salvaguardia degli stabilimenti italiani e dei lavoratori occupati nell’intero settore della auto e dall’automotive.

Ma questa giornata è per noi, per Cgil e Uil Abruzzo una giornata di mobilitazione che apre una stagione vertenziale verso la Giunta Regionale.

Siamo stati fin troppo responsabili, abbiamo lavorato in questi circa 3 anni di amministrazione Marsilio per avviare un confronto propositivo e costruttivo con l'attuale Presidente e la sua Giunta Regionale.

Ogni sforzo messo in campo insieme a tutte le parti sociali è stato vanificato da un atteggiamento autoreferenziale e palesemente contrario ad un rapporto istituzionale con i corpi intermedi di questa Regione.

In un momento storico così straordinario anche per il nostro Abruzzo, dove voglio ricordare il Covid ha colpito pesante sul livello sanitario, ma anche su quello sociale ed economico, noi non abbiamo mai avuto la possibilità di confrontarci su temi fondamentali per il bene dei cittadini Abruzzesi come il lavoro, le politiche industriali e produttive, le infrastrutture mobili e immobili regionali, la formazione, la sanità regionale.

Il lavoro, in primo luogo: l'Abruzzo deve ripartire da una occupazione di qualità e la prima grande scelta da fare e quella dei grandi investimenti che vedono pubblico e privato protagonisti, sostenuti anche dalle risorse straordinarie che arriveranno in regione dal PNRR.

Al riguardo Uil e Cgil Abruzzo chiedono da tempo di essere parte attiva della definizione delle politiche del lavoro, rilanciando oggi, più che mai, il necessario dialogo con le parti economiche e sociali.

Noi rivendichiamo un ruolo attivo a partire dalla conferma di quanto previsto nei nuovi regolamenti europei sulla partecipazione delle forze economiche e sociali, con diritto di voto, in tutti i Comitati di Sorveglianza di programmi operativi, individuando in questi ultimi il luogo naturale del confronto.

Inoltre non basta indicare i settori di intervento, bensì è necessario attuare strategie di sostegno attivo ed efficace all'occupazione, perché altrimenti si darà vita ad un gigante con i piedi di argilla.

Noi siamo stati tenuti fuori dalla Cabina di Regia sui fondi del PNRR.

L'Abruzzo è ancora, nonostante le crisi che la hanno attraversata dal 2009 ad oggi, una Regione dove il patrimonio industriale continua ad essere un assett strategico per i nostri territori.

Da tempo rivendichiamo una ripresa di politiche industriali regionali che diano sostegno e sviluppo al nostro sistema produttivo.

Un sostegno necessario che parta dal rilancio possibile con il rafforzamento della ricerca e dell'innovazione delle imprese in chiave di uno sviluppo sostenibile e green.

Dall’automotive all’agroalimentare, dal chimico-farmaceutico al tessile, dall’elettronica alla meccanica e chimica generale, bisogna investire in implementazioni e miglioramenti dei servizi per le imprese con un miglioramento delle infrastrutture a partire delle aree industriali, da un nuovo sistema di formazione-continua che colga a pieno le esigenze del mondo produttivo su nuove figure professionali.

Le vertenze aperte sul territorio regionale sono molte e sintomo di un sistema produttivo ancora in difficoltà e che avrebbe bisogno di un intervento istituzionale a monte dei problemi, e non a valle quando i buoi sono usciti dalla stalla.

Nodo centrale riveste il tema delle infrastrutture, in particolare quello legato al sistema di comunicazione intermodale per merci e passeggeri.

Noi continuiamo a ritenere che la nostra regione è al centro dell'Italia, baricentrica per l'interesse della mobilità Nazionale da un lato nella parte nord-sud dall'altra nella parte ovest-est.

Per questo diventa vitale per uno sviluppo armonico dell'Abruzzo e per un uscita definitiva dall’isolamento delle nostre aree interne, lavorare e sviluppare oltre alla dorsale adriatica che da nord si prolunghi sino a sud del Paese, passando per i nostri porti, per le nostre ferrovie e per le nostre autostrade, anche quella che coniuga i traffici che dal Tirreno guardano l' Adriatico. Anche perché è su questa direttrice che si salda il legame e lo sviluppo della ZES abruzzese.

La questione sanitaria e il ruolo della sanità pubblica regionale, oltretutto messa a dura prova con forti limiti e contraddizioni proprio in questi due anni di pandemia, ha diversi risvolti insufficienti nelle politiche regionali. In particolare la sanità abruzzese deve recuperare velocemente sul tema del personale, bisogna assumere e riportare ad un giusto equilibrio il numero di personale sanitario e para-sanitario. Bisogna rilanciare una nuova programmazione della sanità territoriale.

Chiediamo investimenti nei trasporti regionali i quali rivestono un aspetto fondamentale per la crescita dell'Abruzzo. Bene l'alta velocità Pescara-Roma ma bisogna ottenere anche l'alta velocità nella dorsale adriatica Bologna-Ancona-Pescara-Bari.

Vanno effettuati urgentemente i lavori di messa in sicurezza e di ampliamento della nostra rete autostradale A24-A25-A14, consentendo loro di divenire infrastrutture moderne all'altezza di raccogliere la sfida dello sviluppo sociale ed economico del nostro Abruzzo.

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