Congressi, vertenze, tavoli con la Regione: il 2022 visto da Michele Lombardo

Intervista a tutto campo al nostro segretario generale tra sindacato, politica ed economia. "Il governatore Marsilio batta un colpo su nuove relazioni sindacali"

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Michele Lombardo, che 2022 ci aspetta da un punto di vita associativa della Uil?

Sarà un anno molto importante: si celebreranno infatti il diciottesimo congresso nazionale Uil e quello della Uil Abruzzo. Quest’ultimo, in particolare, porterà a compimento il processo di riorganizzazione con la definitiva regionalizzazione della Uil Abruzzo. Tagliando i livelli apicali e quelli intermedi, e investendo risorse economiche e umane sui territori abruzzesi, ci saranno meno apparato politico-sindacale, più Uil, più sedi, più servizi al cittadino.

Da un punto di vista sindacale, quali le vertenze più importanti da affrontare nell’anno da poco iniziato?

La pandemia ha prodotto, oltre ad un’emergenza sanitaria enorme, anche un forte contraccolpo negativo, sociale ed economico, ragion per cui registriamo grosse difficoltà in tutti i settori. Riteniamo quindi che l’apparato produttivo debba essere sostenuto con forza dai livelli istituzionali regionali e nazionali. Contrariamente a quanto si possa pensare, però, non è affatto vero che la pandemia abbia colpito solo alcuni comparti, come il turismo, il commercio e il terziario, ma anche l’industria. Al riguardo, è evidente che il primo punto da affrontare sia l’automotive. In particolare, attendiamo con forza il piano industriale che Stellantis si appresta a varare entro la fine di marzo, per capire quali risvolti avrà sulla nostra regione. In generale, l’automotive – con realtà importanti come Sevel, Marelli, Pilkington - è un tema cruciale: mantenere e sviluppare questa parte del mondo produttivo abruzzese significa salvaguardare migliaia di posti di lavoro ed un’economia legata all’import-export, anche attraverso attuazione di piani finanziari connessi al Pnrr o legati ai fondi strutturali europei 2021-27, in particolare al Fesr. Con l’automotive, poi, va salvaguardata tutta quella parte che ha importanza primaria per l’Abruzzo: dal chimico-farmaceutico all’alimentare passando per il tessile. Tutto questo patrimonio, che è ancora presente, va salvaguardato e sviluppato, anche per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni.

In generale, quali i temi e le campagne che la Uil Abruzzo intende portare avanti in questo 2022?

Porteremo avanti con entusiasmo due campagne nazionali promosse dalla Uil. La prima è “Patto di Stabilità? No, grazie”. Questi anni di pandemia hanno evidenziato quanto sia stato corretto sospendere il patto di stabilità per superare l’impasse, permettendo così di tornare a investire sul settore sanitario, duramente colpito dalla crisi del coronavirus e gestito, nel primo periodo, da operatori in trincea e con pochi mezzi. Con questa campagna vogliamo dire dunque all’Europa di superare il patto di stabilità, e guardare ad un’Europa più giusta capace di creare nuovi posti di lavoro. La seconda campagna riguarda il superamento del precariato: riteniamo che sia giunto il momento di superare quella miriade di contratti che hanno prodotto sconquassi nella vita quotidiana di tante lavoratrici e lavoratori. Per questo, guardiamo con grande interesse all’accordo raggiunto in Spagna tra governo, Confindustria e sindacato, che mette al bando proprio il lavoro precario.

Il 2021 si è chiuso con lo sciopero nazionale e con la manifestazione con la Cgil a L’Aquila: quali i risultati raggiunti?

Lo sciopero del 16 dicembre ha sicuramente rimesso al centro dell’agenda del governo una serie di tematiche che erano state lasciate cadere nel vuoto, e che invece facevano parte della piattaforma di Uil, Cgil e Cisl. Così, dopo la manifestazione c’è subito stata la convocazione tavolo sulle pensioni: l’incontro è andato bene, si sono aperti i tavoli tecnici per una riforma strutturale che dia risposte definitive ai giovani e alle donne, e che consenta anche un riconoscimento per quelle tipologie di lavoro più usuranti. Sono fiducioso su un accordo positivo, che una volta per tutte ci porti fuori dalla Fornero, e che possa dare a quella parte debole del mondo del lavoro risposte certe e diritti. A livello regionale, dopo la manifestazione del 7 dicembre c’è stata la convocazione dei sindacati dall’assessore Daniele D’Amario: si è trattato di un primo momento di confronto nel corso del quale abbiamo chiarito che il tavolo sull’automotive diventa permanente, e che serve per programmare l’utilizzo dei fondi a disposizione, non per discutere delle vertenze aperte. In particolare, intendiamo usare questo tavolo per i contenuti relativi al Pnrr, affinché il sostegno alle attività produttive sia reale. In generale, riteniamo che sia un punto di partenza importante. Certamente altre questioni rimangono aperte: infrastrutture, trasporti e sanità sono fronti caldi sui quali ancora manca una reale interlocuzione. Ma in generale, sono convinto che la mobilitazione abbia chiarito alla Giunta regionale che è arrivato il momento di aprire una fase nuova di confronto per trovare soluzioni nell’interesse di tutti.

Per quanto riguarda i rapporti con la Cisl, come sono dopo queste due iniziative distinte?

Noi come Uil, Cgil e Cisl regionali, nonostante la divisione nazionale, abbiamo sempre cercato di mantenere un livello unitario: nei giorni scorsi abbiamo fatto una segreteria unitaria, ne faremo un’altra a breve. L’Abruzzo non si può permettere una divisione tra sindacati. I problemi sul tavolo, del resto, sono importanti, e richiedono che si superino le divergenze. Sono convinto che la barra dritta dell’unitarietà sia ben chiara a tutti: il 2022 sarà un utile banco di prova anche al riguardo.

Quali le sfide che la nostra regione dovrà affrontare in questo 2022?

Sono le stesse del Paese, a partire da come superiamo le criticità che la pandemia si trascina dietro. Non dimentichiamo che la nostra è una regione cerniera tra Nord e Sud, colpita pesantemente dal covid, con tutto quel che ne consegue. Ci si presenta davanti quindi un 2022 sul quale tutti insieme abbiamo il dovere di remare nella stessa direzione, che è la ripresa del sistema economico e sociale abruzzese, costruendo una piattaforma che veda protagonisti tutti i soggetti istituzionali, sindacali ed economici, per arrivare ad un modello di sviluppo abruzzese in grado di rimetterci in cammino.

Come sono i rapporti con la giunta regionale? Più volte avete evidenziato difficoltà di relazione: permangono ancora? Che messaggio vuole mandare al presidente Marsilio?

Come detto, la mobilitazione di dicembre ha aperto una nuova stagione anche con la Giunta regionale. Mi auguro che il tavolo sul sistema industriale aperto da D’Amario non sia occasionale ma rappresenti un riavvio vero di un rapporto tra tutti i corpi intermedi di questa regione e la Regione stessa. Credo che soltanto la coesione tra tutti questi soggetti possa produrre un risultato positivo. Pertanto, spero fortemente che per tutti i settori si avvii un processo di confronto serio, di merito e che possa dare le risposte che gli abruzzesi attendono: turismo, commercio, terziario e servizi, sanità, trasporti e infrastrutture. Al presidente Marsilio dico che deve comprendere che di fronte non ha un sindacato ideologico ma che negli anni ha dimostrato abbondantemente di parlare di merito, di confrontarsi con qualsiasi giunta regionale, di qualsiasi colore politico, parlando di futuro e di sviluppo della nostra regione, sapendo che è importante riguadagnare una coesione tra tutti gli attori. Un passo avanti allora lo dobbiamo fare tutti quanti: noi siamo disponibili a farlo in qualsiasi momento. Mi auguro che il presidente su questo versante batta un colpo positivo, per un salto di qualità delle relazioni con il mondo sindacale.

Un augurio a tutti i sindacalisti Uil e a tutti gli abruzzesi.

A tutti auguro di attraversare questo 2022 in buona e sana salute. Spero che l’anno da poco iniziato possa essere migliore rispetto agli ultimi due, sotto l’aspetto sanitario, economico e sociale. E spero anche che possa essere l’anno che ci riporti ad una vita sociale normale e anche ad una prospettiva di crescita economica della nostra regione che tutti gli abruzzesi meritano.
 

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