Relazione del segretario Michele Lombardo al congresso 2022

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Care Delegate e cari delegati, gentili ospiti benvenuti all’XI Congresso Regionale della UIL Abruzzo.

Un saluto particolare a nome mio personale e dell’intera UIL Abruzzo al nostro Segretario Generale UIL Pierpaolo Bombardieri, che dimostra da sempre un’amicizia e una vicinanza alla nostra Regione vera e mai formale, da tutti noi apprezzata e ricambiata di cuore. Parimenti un saluto affettuoso al nostro Segretario Organizzativo Emanuele Ronzoni. Con il loro e con il vostro straordinario contributo cercheremo di cogliere nel miglior modo possibile il tema centrale dei nostri lavori congressuali ”PIÙ DIRITTI, MENO DISUGUAGLIANZE, COLMIAMO IL VUOTO”: partecipando e costruendo attivamente un Abruzzo migliore che metta al centro dell’interesse collettivo la persona e il lavoro. 

IL COVID E LA GUERRA IN ITALIA E NEL MONDO

Il Covid in tutto il pianeta ha condizionato negli ultimi due anni molteplici aspetti della nostra vita quotidiana, sia dal punto di vista  sociale che economico.

Il nostro paese nell’anno 2020 ha registrato un saldo demografico negativo tra i nati e i morti pari a meno 335.000, dato più elevato dal lontano 1918, quando nel mondo imperversava il virus dell’influenza Spagnola. In Italia, con circa 6,5 milioni di persone sulla soglia di povertà, il sistema economico e del lavoro sono usciti devastati dall’emergenza pandemica. I disoccupati hanno raggiunto il limite dei 4 milioni con un forte aumento dei contratti instabili ed economicamente deboli, i contratti precari sono oggi 3.176.000, un dato così alto non si vedeva nel nostro Paese dal 1997. Il virus ha colpito duro, ognuno di noi è stato colpito negli affetti familiari, o amicali, o di conoscenza. Un'intera generazione di diversamente giovani è stata decimata, provocando ferite profonde all'intero sistema sociale nazionale. In questo contesto continua ad essere straordinario l'impegno e l'umanità profusi da tutto il personale sanitario, nel fronteggiare questa devastante pandemia a loro va tutta la nostra stima e riconoscenza, a loro va un enorme GRAZIE. Fondamentale è stato il ruolo delle parti sociali, le quali per arginare la diffusione del virus hanno messo in campo, con senso di responsabilità, protocolli anti-contagio in ogni contesto lavorativo e hanno sostenuto con forza l'applicazione su larga scala della campagna vaccinale, resa possibile da uno sforzo straordinario della ricerca medica, la quale non ha precedenti nella storia scientifica dell'umanità. 

A sopire le timide speranze di ripresa economica è intervenuto il conflitto bellico in Ucraina che ha lacerato il cuore dell’Europa. Manifestiamo tutto il nostro sostegno e il nostro appoggio alle donne, ai bambini, agli anziani, agli uomini in guerra  di quella Nazione. La guerra si è abbattuta sul vecchio continente come una tempesta perfetta. La Russia in modo pretestuoso, ingiustificabile, totalmente da condannare ha aggredito militarmente la giovane democrazia Ucraina, svelando al mondo intero le  proprie aspirazioni imperialiste . La Russia per raggiungere i suoi obiettivi di guadagnare spazio geo-politico nello scacchiere europeo e mondiale, oltre all’uso indiscriminato della forza, utilizza come strategia una gestione cinica e strategica delle fonti energetiche come gas e petrolio. La UIL  Abruzzo è per la pace, è con il popolo Ucraino, è per difendere una Europa democratica, plurale, libera. La UIL è perché si arrivi al più presto al cessate-il-fuoco, alla ripresa di un ruolo attivo della diplomazia, alla liberazione del popolo e della terra Ucraina. Sin dall'inizio della guerra la nostra organizzazione si è mossa, attraverso la nostra associazione Progetto Sud e al suo presidente Giovanni Bellissima, portando attraverso diversi viaggi verso il confine Ucraino, beni di prima necessità che contribuissero a dare una prima risposta alle esigenze quotidiane della popolazione in fuga dal conflitto bellico, che ricordo sono per la maggioranza donne, bambini, anziani. Ricordiamo che la UIL con Progetto Sud ha aperto a Varsavia una casa accoglienza, che oggi porta il nome di uno storico dirigente UIL Francesco Fatiga, dove vengono ospitate donne ucraine con i loro bambini in fuga dalla guerra e dove, oltre all’accoglienza è fornito un servizio di  sostegno psicologico e legale sia per loro che per i loro piccoli. La UIL Abruzzo ha contribuito, nel proprio piccolo, con un contributo economico a sostegno di questo grande sforzo finanziario e organizzativo della nostra UIL. Grazie Pierpaolo, grazie Giovanni, per la vostra straordinaria sensibilità verso chi soffre, che rende orgogliosa tutta la nostra organizzazione.

RIDISEGNARE L'EUROPA

La storia ci  insegna che dopo ogni evento che ha stravolto il nostro Continente e il mondo, i popoli e gli stati europei hanno saputo trovare le motivazioni per fare fondamentali passi in avanti nel rendere le politiche comunitarie europee più forti e coese. Siamo riusciti a risollevarci dopo la crisi economica mondiale del 2008, e anche oggi, per rispondere alla crisi economica e sociale determinata dal Covid, cerchiamo di condividere visioni e soluzioni che hanno portato alla nascita del programma Next Generation EU, declinato nel nostro PNRR “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. L’obbiettivo è quello di costruire una Europa migliore, più equa, più solidale, più ambientale, che abbia al centro la madre di tutti gli obiettivi, il lavoro di qualità. Auspichiamo che siano rese operative e compiute tutte e sei le missioni della Next Generation  EU che ricordiamo sono:

- Digitalizzazione, innovazione, competitività;

- Rivoluzione verde, transizione ecologica;

- Istruzione e ricerca;

- Inclusione e coesione; 

- Salute.

Oggi, però, in una economia di guerra, l'Unione Europea è chiamata a fare un salto straordinario; è necessario dare corpo agli Stati Uniti d'Europa integrando una difesa comune, una politica estera  comune, nuove politiche energetiche comuni, nuove politiche sociali che implementino la coesione, politiche industriali sinergiche che rendano armonico il mercato Europeo e il lavoro Europeo. Una Unione Europea, quindi, più vicina alle persone e alle imprese, a quelle imprese che applicano i contratti e investono sulla sicurezza. Ma tutto questo non basta, noi pensiamo che in questo momento storico in cui l’economia deve fare i conti con la guerra, l'Unione Europea deve arrivare a superare il Patto di Stabilità, almeno nel modo in cui lo conosciamo ed era stato concepito dai Paesi Membri nel tempo ante-pandemia da covid-19. La validità delle regole contenute in quel Patto sono, allo stato attuale, messe in discussione dagli eventi che la storia ha segnato negli ultimi due anni e mezzo considerando solo le due emergenze, quella pandemica e la guerra. Per questo noi lavoriamo ad un Sindacato Confederale Europeo meno formale, più attivo, propositivo e partecipativo, che sappia avvicinare le istituzioni Europee alle persone, ai loro bisogni, alle loro fragilità. In riferimento, inoltre, alla direttiva europea sul salario minimo, riteniamo che rappresenti un traguardo importante nella lotta al lavoro nero e sottopagato. Apprezziamo che nella stessa direttiva si promuove anche la contrattazione collettiva, precisando che per noi l’elemento unico da considerare per la misurazione del salario minimo è esclusivamente il riferimento ai Contratti Collettivi Nazionali di lavoro. 

Dal voto del Parlamento Europeo, sulla direttiva che mette al bando dal 2035 i motori alimentati a benzina e diesel, per passare a quelli elettrici, emerge in tutta la sua drammaticità il fatto che l’Italia non sarà pronta. Pur nella piena consapevolezza della necessità di arrivare ad una transizione ecologica di ampio respiro, indicare una data perentoria senza rendersi conto di quali possano essere le conseguenze negative, per esempio per i nostri  livelli occupazionali, rischia di avere conseguenze devastanti. Siamo ancora più preoccupati perché ci sembra che il Governo Italiano non abbia colto la gravità del problema. E’ necessario affrontare il tema della transizione ecologica con strumenti di politiche industriali adeguate, che promuovano una nuova stagione di formazione continua tale da consentire ai lavoratori un’adeguata formazione e riqualificazione professionale. Serve quindi un progetto ragionato e complessivo su come costruire nuove strategie industriali legate alla transizione ecologica.

LAVORARE PER CAMBIARE IL NOSTRO PAESE...... L’ ITALIA

Il 24 febbraio scorso ha cambiato il paradigma anche e soprattutto nel nostro paese. Mentre guardavamo con rinnovato ottimismo all'allentamento della morsa pandemica per una ripresa economica e sociale, corroborata soprattutto dai flussi finanziari derivanti dalla Next Generation EU, il conflitto in Ucraina ha completamente capovolto la situazione riportando l'economia interna in uno stato di totale incertezza presente e futura. La crisi energetica, il costo della vita aumentato a dismisura, a causa della riduzione del potere di acquisto dei salari, erosi da una inflazione giunta quasi al 7%, uniti alla fluttualità dei mercati e ad una crisi del nostro sistema produttivo, hanno determinato per il nostro paese la necessità di scelte coraggiose e straordinarie, attraverso le quali invertire la rotta e riprendere un percorso virtuoso di crescita. In Italia sono necessarie soluzioni per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie, è indispensabile risolvere il problema di approvvigionamento delle materie prime, non solo in campo energetico, ma anche per i settori come l'agroalimentare, la siderurgia per l'acciaio, la ghisa e il ferro, i semiconduttori e microchip per l'elettronica e l’automotive, l'edilizia e il comparto della carta. I prezzi sono saliti 10 volte negli ultimi due anni, colpendo lavoratori, pensionati, imprese. A caduta, quindi, si corre il rischio di un collasso non solo del nostro apparato produttivo di cui fanno parte le cosiddette aziende energivore, ma effetti deleteri gravano anche su settori come gli autotrasporti, la logistica, il turismo, il commercio, la pesca, l'agroalimentare. Per non parlare delle conseguenze nefaste che rischiamo di avere sulla tenuta della nostra coesione sociale. Le grandi opere ed il PNRR sono ad alto rischio a causa del rincaro delle materie prime, della logistica, dei trasporti delle merci, cause che stanno determinando uno stravolgimento del mercato interno. In questo quadro socio economico straordinario e instabile il Governo è chiamato ad approntare strategie che proteggano il potere d'acquisto dei nostri salari e delle pensioni, attraverso scelte e decisioni urgenti ma organiche che impongono una visione completamente diversa di come il nostro sistema paese deve rispondere a questa sfida in modo deciso, coeso e determinato. Dobbiamo definitivamente uscire dalla fase dei decreti legge, decreto Sostegni, decreto Ristori, decreto Aiuti, e passare ad una fase nuova dove gli interventi devono avere una soluzione strutturale.

I nostri maggiori sforzi sono profusi per i  rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro ancora aperti, molto bene i rinnovi raggiunti in questi giorni come quello del chimico farmaceutico e quello della sanità pubblica, come soluzione  per colmare il gap che si è creato con l'aumento dell'inflazione che oggi è a un oltre 6%. Proponiamo di rendere strutturale in busta paga e sulle pensioni i 200 Euro per i redditi fino a 35.000 Euro di reddito, oggi previsti solo come una tantum dal decreto Aiuti. Bisogna discutere seriamente di una riforma fiscale che, partendo da interventi sul carico fiscale, rimetta al centro dell'interesse del Paese la questione lavoro, e consenta di dare un vero e proprio slancio economico ai redditi, soprattutto quelli più bassi. La stessa carta costituzionale vede nel lavoro la massima espressione democratica sulla quale ieri come oggi si fonda la nostra Repubblica. Il lavoro è un bene comune universale, inteso come lavoro buono, lavoro di qualità, che oggi è avvelenato dalle centinaia di tipologie contrattuali che precarizzano sempre di più la vita dei lavoratori. Ricordiamo come buona prassi l'accordo Spagnolo tra Confindustria, Sindacato e Governo Spagnoli, recepito in una legge, attraverso la quale si identifica il rapporto subordinato dipendente e a tempo indeterminato come unica forma contrattuale riconosciuta in via strutturale, relegando il ricorso a contratti a tempo determinato solo in due casi: per le sostituzioni o per esigenze tecnico produttive, ma in entrambi i casi le due soluzioni hanno una data di inizio e una di fine del rapporto cosiddetto precario. 

Continuiamo a chiedere al governo una vera riforma previdenziale che per noi ha tre capisaldi imprescindibili:

  1. Non tutti i lavori sono uguali, pertanto quelli che sono dichiarati usuranti devono consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di poter accedere prima al sistema pensionistico.
  2. 41 anni di contributi sono da ritenersi elemento unico per poter andare in pensione.
  3. E’ necessario prevedere una flessibilità in uscita a 62 anni.

Nella nostra agenda UIL continua ad essere argomento di massima importanza il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli oltre 1200 morti sul lavoro del 2021 e gli attuali circa 150 morti di questi primi mesi del 2022 impongono un cambio di rotta totale sulla questione della sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. La funesta media di 3 morti sul lavoro al giorno è un dato indegno di un paese civile, in cui la salute dovrebbe venire prima di tutto, ed è questo il nostro obiettivo con la campagna “ZERO MORTI SUL LAVORO”, far crescere nel nostro Paese la cultura della sicurezza sul lavoro affinchè diventi un valore etico e sociale, sentito e diffuso a tutti i livelli e in tutti gli ambiti lavorativi. La sicurezza deve diventare, come ricordato dal Presidente Mattarella e da Papa Francesco, una grande priorità nazionale, per cui l’Italia deve dotarsi di una normativa organica di prevenzione e protezione di cui non si è ancora munita. 

Le azioni di sostegno al mondo del lavoro, del sociale, dell'impresa necessitano inevitabilmente di ingenti risorse economiche, è per questo che la UIL, attraverso il suo  Segretario Generale Pierpaolo Bombardieri hanno chiesto e in parte ottenuto, una tassa sugli extra profitti che consenta, per l’appunto, di far emergere un principio generale di redistribuzione dell’extra-ricchezza prodotta a favore di un sistema solidale che aiuti a sostenere le riforme di cui oggi, più di ieri, il Paese ha bisogno.

Centrale nel dibattito sulle riforme  in Italia riveste il tema, per la nostra organizzazione, dell'istruzione, delle competenze, della formazione. I nostri sistemi di istruzione e di ricerca, per l'accrescimento delle competenze, devono adattarsi ai tempi nuovi.  Nell'era della transizione verde e digitale, l'istruzione e le competenze adeguate sono fondamentali per vincere le sfide del progresso futuro. Noi guardiamo ad un sistema scolastico inclusivo che consenta a tutti, parimenti, di poter cogliere fino in fondo quello che una volta veniva identificato come ascensore sociale. Registriamo, invece, un netto arretramento del nostro sistema dell’istruzione  e della formazione, legato al continuo taglio delle risorse economiche all'asset più importante per un paese che vuole vincere le nuove future sfide del progresso. Per questo chiediamo, a partire dall'utilizzo delle risorse postate nel PNRR, un rilancio delle politiche a sostegno di tutto il mondo formativo delle scuole e delle università pubbliche.

LE DONNE NEL NUOVO MILLENNIO 

Nei momenti drammatici, come oggi sono la crisi pandemica, la guerra in Ucraina ed in ogni parte del Mondo, coloro che pagano un prezzo altissimo oltre ai giovani e agli anziani, sono certamente le donne. Nel nostro Paese, nel mondo del lavoro, le donne stentano a far vale i propri diritti, ancora oggi. E proprio qui da noi nel nostro Paese e nella nostra Regione abbiamo assistito a tentativi di riportarci indietro di 100 anni. L’imprenditrice che dice con assoluta disinvoltura che lei assume donne solo over 40, per evitare di avere il fastidio di dover prendere quelle in età fertile; o come quella direttrice, qui nel nostro Abruzzo, di un noto marchio di supermercati, che ordina alle proprie dipendenti di recarsi in toilette per sottoporsi a controlli intimi. Questo avviene oggi in Italia con assoluta disinvoltura, riportandoci, per l’appunto in dietro di un secolo. Ancora oggi nei nostri uffici incontriamo donne discriminate perché madri,  costrette a dover scegliere tra la famiglia , la cura del figlio e il lavoro, penalizzate per aver scelto di essere madri oltre che lavoratrici, perché ancora oggi nella civilissima Italia, le nostre istituzioni non riescono a realizzare politiche di conciliazione e sostegno alla maternità degne di questo nome. Per questo noi riteniamo che le battaglie contro le discriminazioni nel mondo del lavoro vadano fatte fino in fondo. Dobbiamo raggiungere una volta per tutte le seguenti condizioni: 1) promuovere e realizzare norme internazionali e principi fondamentali sul lavoro; 2) creare maggiori e migliori possibilità per donne e uomini di poter accedere ad un lavoro e ad un reddito sicuro e dignitoso; 3) rafforzare la copertura e l’effettività della protezione sociale per tutte le lavoratrici e lavoratori; 4) rafforzare il dialogo sociale. Possono sembrare argomenti ridondanti, anche nel nostro Paese, anche nel 2022, ma la nostra UIL fa bene a tenere alta la guardia e a continuare a chiedere al Governo e all’Europa di sviluppare nuove politiche coerenti per il raggiungimento vero dell’uguaglianza di genere.

 IL NOSTRO ABRUZZO 

L'Abruzzo è la Regione, ad oggi, più attiva tra quelle del Mezzogiorno nell'export, con punte del 65% delle merci in uscita solo nella provincia di Chieti, dove la presenza dei grandi gruppi industriali di livello internazionale contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento di tale obiettivo. Tuttavia il 90% del nostro apparato produttivo ha una forma societaria elementare, il 7,5% delle strutture societarie è rappresentato da società di capitali, l’80% da società individuali e il 12,5% da società di persone.  Dato straordinario invece è quello relativo alle aziende in rosa, dirette da donne abruzzesi, esse sono 30.470 pari al 25,71%, contro una media nazionale che si attesta al 20%. La Lombardia è al 18%. Possiamo dire, quindi, che l'Abruzzo continua ad essere una Regione a forte vocazione industriale. Il patrimonio industriale e manifatturiero abruzzese nel suo complesso rimane la prima risorsa per lo sviluppo sociale, economico ed occupazionale della Regione, che va salvaguardato ad ogni costo.  Basti pensare che mentre nel mezzogiorno d’Italia l'industria incide del 9% nella costruzione del PIL regionale, in Abruzzo esso incide per il 26%.  Per noi della UIL Abruzzo il sostegno al sistema manifatturiero e produttivo, oggi corroborato anche dalle risorse regionali del PNRR e dalla nuova programmazione dei fondi strutturali 2021-2027, deve raggiungere 3 obiettivi: il primo,  consentire al territorio di essere sempre più competitivo e in grado di ottenere nuovi investimenti; secondo, saper rispondere alle sempre nuove esigenze infrastrutturali, digitali, logistiche, energetiche che consentono di favorire il radicamento e lo sviluppo del nostro apparato industriale evitando le fughe e l'abbandono; terzo, favorire la crescita dimensionale, innovativa, digitale, ambientale delle nostre PMI e del nostro tessuto produttivo dell'Artigianato, con agevolazioni al credito e una efficace “rete della conoscenza” la quale consenta di dare a questi settori qualità e sviluppo. Continuiamo a chiedere al governo regionale azioni più mirate che sostengano l'apparato industriale in termini e in capacità di ricerca e innovazione oltre ad incentivi che favoriscano una occupazione giovanile stabile e di qualità. Chiediamo di recuperare velocemente il terreno perduto nel sistema del credito, per consentire un vero sostegno finanziario a questo comparto, che in Abruzzo vale il 65% dell'intero sistema economico regionale e sostiene il 44% degli occupati. Il mercato del lavoro in Abruzzo è il tema che ci preoccupa maggiormente. Pur avendo vissuto nell’anno 2021 una sostanziale crescita dell’occupazione e dell’economia abruzzese come rilevato Dalla Banca d’Italia nell’ultimo report riferito all’anno scorso , nel primo trimestre di questo anno registriamo segnali negativi molto preoccupanti. Infatti tra il IV trimestre del 2021 e il I trimestre del 2022 il numero di occupati nei settori produttivi abruzzesi ha registrato una flessione di ben 28 mila unità. In termini percentuali la flessione è stata del 5,5%, rispetto a quella nazionale che è stata dello 0,8%. In particolare abbiamo perso 2000 occupati nell’industria, 11.000 nel commercio, ristorazione e alberghi e 17.000 nei servizi,  abbiamo recuperato leggermente nei comparti dell’agricoltura e dell’edilizia dove abbiamo avuto un incremento di 1000 addetti in entrambe i settori. Tale Flessione fa registrare il peggior  risultato a livello nazionale. Rispetto a ciò  ne consegue che oggi più che mai il tema del sostegno ai livelli occupazionali regionali diventa una delle maggiori priorità per il quadro istituzionale regionale. Ecco perché noi chiediamo con forza l’avvio al più presto  sia del programma Gol in maniera compiuta, sia di tutte le attività di sostegno alle politiche attive del lavoro regionale anche attraverso la nuova programmazione dei fondi strutturali 2021 /2027.

Apprezziamo il lavoro che il Commissario del Governo Professor Miccio porta avanti sulla ZES. La nostra organizzazione sindacale ha sempre visto lo sviluppo della ZES come parte integrante di un progetto più ampio e di crescita dell'intero Abruzzo. La ZES è legata in modo indissolubile alla richiesta di inserimento dell'Abruzzo nei due corridoi europei TEN-T: il primo già acquisito e, oggi possiamo dire con soddisfazione, implementato fino a Bari, il cosiddetto corridoio Baltico - Adriatico;  il secondo, ancora di complessa definizione, il corridoio trasversale del Mediterraneo, Barcellona-Civitavecchia-Ortona-Ploce. Rimaniamo fermamente convinti che se si vuole concretamente fare uscire le aree interne da un isolamento secolare, è necessario riuscire ad intercettare i flussi commerciali della Penisola Iberica, passando per il mercato Capitolino e attraverso le rotte dei Balcani e della Turchia  dirigersi verso le rotte del Medio Oriente. Questi flussi genereranno nuove opportunità di rilancio e di sviluppo per le nostre aree interne, altrimenti destinate ad un lento ma inevitabile depauperamento sociale, economico ,occupazionale, aumentando sempre di più la forbice di un Abruzzo a due velocità, quello costiero, con crescita costante, e quello interno, mantenuto fortemente e strutturalmente depresso.  Salutiamo con grande favore l'impegno profuso, dal governo nazionale e regionale, per inserire la linea ferroviaria Pescara-Roma tra i grandi progetti di mobilità previsti da RFI, anche attraverso i fondi del PNRR, finalizzato ad una velocizzazione della linea ferroviaria intesa come alta capacità per il trasporto, soprattutto delle merci ma anche delle persone. Dobbiamo, però, velocizzare gli investimenti per ammodernare e mettere in sicurezza le nostre infrastrutture viarie a partire dalle autostrade A24, A25, A14. Bisogna mettere a terra velocemente gli 87 milioni di euro del masterplan per rendere il porto di Ortona fruibile anche dalle navi  ad Alta capacità di trasporto delle merci e dei passeggeri, far quindi diventare veramente il porto di Ortona il porto regionale di riferimento che metta in connessione attraverso la perimetrazione della Zes lo sviluppo delle reti dorsale adriatica e trasversale tirreno-adriatica integrate dallo sviluppo della linea ferroviaria ad alta capacità Pescara-Roma, oggi già finanziata, e ad alta velocità Pescara –Milano e Pescara-Bari; oltre che nello sviluppo dell' Aeroporto d'Abruzzo; insomma, per dirla in una frase, lo sviluppo e la crescita del nostro Abruzzo passa inesorabilmente dall'ammodernamento e dal rilancio dell'intero apparato infrastrutturale che deve connettersi in modo efficace con il resto del paese e con il resto del globo. 

In Abruzzo il settore del terziario tradizionale e avanzato ha dimostrato, negli ultimi anni, di essere un comparto con un forte potenziale di crescita. In questi anni, al netto della crisi pandemica, il settore  ha saputo reagire e ha preservato il suo bacino occupazionale fino a tutto l’anno 2021, purtroppo nei primi mesi di questo anno, invece, registriamo un netto calo degli occupati   che preoccupa molto visto che l’intero settore è di importanza rilevante per l’impatto economico e soprattutto sociale che ha per la nostra regione. Esso, quindi,  ha bisogno di essere sostenuto per aumentare la qualità e la quantità dei servizi soprattutto a sostegno di una condizione anagrafica in continua evoluzione . Ecco perché noi riteniamo che l’intero settore deve essere tutelato attraverso investimenti anche pubblici che consentono di vincere la sfida della modernizzazione dei servizi e della qualità di essi.

Da tempo immemore il sindacato confederale abruzzese sostiene che sulla sanità regionale dobbiamo cambiare registro. 

La sanità in Abruzzo ha bisogno di una nuova stagione programmatica, basata su una progettazione condivisa, su una maggiore attenzione e su risorse maggiori. Servono risorse per le strutture, serve soprattutto personale. Dobbiamo avere la capacità di invertire la rotta, è necessario, rendere le strutture ospedaliere tecnologicamente avanzate, ma la vera sfida da vincere è rappresentata dal potenziamento della prevenzione ed dalla crescita della rete territoriale di assistenza. Noi pensiamo ad un livello sanitario territoriale in grado di erogare assistenza socio sanitaria di prossimità, riorganizzando le cure a partire da quelle primarie, mettendo in essere una vera integrazione tra le professionalità dei medici di base con le altre professioni sanitarie. In questo Abruzzo organicamente particolare bisogna sviluppare la teleassistenza e la telemedicina, specie nei territori delle aree montane. Le case e gli ospedali di comunità sono il cuore, il motore vero e qualificante degli attuali distretti di base, strutture, queste ultime, a cui affidare le cure intermedie, l'assistenza domiciliare, i servizi ambulatoriali e diagnostici, la prevenzione, lo screening, le prestazioni sociali, le vaccinazioni. Infine non smetteremo mai di chiedere all'assessore al ramo un urgente piano di assunzioni, ricordando che mancano all'appello circa 2500 nuove assunzioni in sanità in Abruzzo. 

Il tema del credito riveste nella nostra Regione un punto fondamentale per il rilancio economico e sociale. Noi rivendichiamo un credito di qualità, coerente con lo sviluppo economico e produttivo. Serve un credito che abbia la testa in questa Regione, invece è ormai da tempo che vediamo un sistema bancario molto instabile, fatto di realtà che non hanno alcuna influenza nelle scelte strategiche dei loro gruppi di credito, soccombendo il più delle volte alle decisioni che vengono prese altrove e che depauperano il sistema creditizio abruzzese. In questa Regione la battaglia sul credito è fondamentale, oserei dire vitale, poiché senza un sistema creditizio allineato alla capacità produttiva della nostra terra ogni cosa diventa più complicata. Chiediamo un sostegno al credito abruzzese, poiché senza flussi di sostegno economico al mondo del lavoro, la nostra economia rischia un rallentamento strutturale. Auspichiamo una più incisiva azione di sostegno al ruolo di questo fondamentale comparto finanziario. 

Il miglioramento del nostro trasporto regionale passa attraverso una serie di scelte strategiche non più rinviabili, in riferimento alla rete ferroviaria, bisogna potenziare la dorsale Adriatica, velocizzare nei tempi l'ammodernamento della linea trasversale Pescara - Roma e connettere su ferro l'intero territorio regionale a queste due principali infrastrutture. E’ necessario rilanciare il trasporto pubblico locale attraverso l'ammodernamento dei mezzi di trasporto, l’efficientamento e il riassetto della tratta urbana ed extraurbana, con la dovuta attenzione a non ledere la loro sostenibilità sociale. Su questo ultimo punto la categoria ha da sempre sottolineato un pericolo. Nell'era dello sviluppo digitale, per un trasporto pubblico regionale al passo con i tempi, è importante favorire lo sviluppo di un progetto di aggregazione integrata del trasporto su gomma con quello su ferro, finalizzato a migliorare l'efficienza e il ventaglio di opportunità offerte all'utenza Abruzzese. 

La nostra è una Regione che negli ultimi 13 anni ha subito due eventi sismici: quello del 2009, che ha colpito pesantemente il nostro capoluogo di Regione, L'Aquila e la sua provincia, è quello del 2016 del centro Italia, che ha danneggiato diversi comuni delle aree interne abruzzesi. In questo contesto il comparto dell’edilizia dopo una prima fase di incertezza  ha iniziato un percorso di ripresa  anche se continuano ad esserci luci ed ombre. Infatti per il sisma del 2009 nonostante siano trascorsi ben 13 anni, si evidenzia ancora una ricostruzione molto parziale che penalizza i Comuni minori. Mentre in riferimento al cratere del 2016, la decisione del Governo di individuare ed incaricare il Commissario unico per la Ricostruzione, ha visto una accelerazione nel  potenziamento degli uffici speciali per la Ricostruzione  i quali hanno prodotto una spinta notevole e tangibile nel processo di ricostruzione pubblica e privata. Solo nella ricostruzione privata, su circa 3800 pratiche,2500 sono quelle lavorate e 1300 quelle in corso di attuazione per l’apertura dei cantieri. Oggi in Abruzzo, il comparto edile vive una fase di importante espansione legata soprattutto al Superbonus, che il Governo Draghi non vuole rifinanziare, e per noi è un grave errore,  strumento molto importante per l’efficientamento del nostro patrimonio edilizio  e per il rilancio strutturale dell’intero comparto. In Abruzzo questo intervento legislativo ha prodotto quasi 4000 interventi con 900 milioni ammessi a detrazione e quasi 600 milioni di investimenti per lavori conclusi. Per noi, per la Uil Abruzzo ,la fase espansiva del comparto dell’edilizia è fondamentale poiché esso diviene un volano strategico per il sostegno all’intero mondo economico e produttivo regionale. Per questo siamo a fianco della categoria per rivendicare  con forza che anche sul tema delle infrastrutture la nostra Regione deve fare un grande scatto di avanzamento. Noi lavoriamo affinchè una parte importante dei 31,46 miliardi di euro che il NGEU  mette in campo per le infrastrutture vengano in Abruzzo e  possano servire a costruire infrastrutture in grado di sostenere lo sviluppo economico e sociale della nostra regione.

L'UNITÀ SINDACALE

Saluto con stima Carmine e Gianni. Sono abituato a dire sempre con schiettezza e onestà intellettuale quello che penso, e ritengo che quello che sta accadendo da qualche tempo ai rapporti fra le nostre confederazioni non mi piace; i conflitti tra le nostre associazioni non portano bene al mondo del lavoro, ma soprattutto non ci consentono di lottare uniti per migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, dei disoccupati di questo paese. La UIL Abruzzo rinnova, qui dal nostro congresso, da questo palco, l'auspicio che la stagione dei rapporti unitari con CGIL e CISL in Abruzzo possa, rinnovarsi e continuare. Abbiamo sempre avuto una grande capacità di intesa anche nei momenti di maggiore difficoltà dell'azione unitaria. Nella nostra Regione il rapporto unitario è ancorato ad una consapevole condivisione del programma, del modello di sviluppo che vogliamo per l'Abruzzo, per gli abruzzesi. Insieme abbiamo lavorato affinché la ZES diventasse una realtà; insieme abbiamo sostenuto con forza l'idea di un modello di sviluppo armonico della nostra Regione, che riallineasse lo sviluppo sociale ed economico tra le aree interne e quelle costiere, individuando nella trasversalità tirreno-adriatica un elemento cardine e una battaglia sentita per il riconoscimento di un’altra rete TEN-T, Iberico-Balcanica, oltre a quella già in essere della dorsale Adriatica. Abbiamo lavorato insieme per costruire una piattaforma comune che mettesse insieme le 16 organizzazioni maggiormente rappresentative in Regione, sia di parte sindacale che di parte datoriale, formando un asse trasversale inedito nel panorama nazionale. In questi giorni, nelle scorse settimane, insieme abbiamo chiesto con forza alla Regione Abruzzo la necessità di abbassare l’aliquota IRPEF regionale nonché un approfondimento di merito sull'utilizzo delle risorse del PNRR e nelle ultime ore abbiamo portato a casa l’avvio operativo della Cabina di regia regionale delle parti sociali. Abbiamo apprezzato molto, su questo ultimo punto, la decisione assunta l’altra sera dal Presidente Marsilio. Questi  sono solo alcuni esempi delle nostre linee comuni! Credo fermamente che l’unitarietà  d’azione tra le nostre organizzazioni sia fondamentale per l’interesse generale di questa terra fin troppo martoriata da eventi tragici, locali, nazionali e oggi anche globali, pertanto vi chiedo di continuare a camminare dritti lungo questo solco.

NOI LA UIL ABRUZZO

Care delegate, cari delegati è giunto il momento di parlare di noi della nostra UIL abruzzese.

Prima di ogni cosa voglio in questa sede ringraziare di cuore tutti voi, confederazione regionale e territoriali, federazioni di categoria, i nostri operatori dell'Ital e del CAF, delle nostre associazioni Adoc, Uniat e sportello Mobbing e Stolking, per l'impegno, il coraggio, l'abnegazione, profuse soprattutto nella gestione dell'intera organizzazione nella fase drammatica della pandemia e oggi, nell'incertezza e nell'angosciante attesa in cui ci ha posto la guerra  in Europa. Grazie per quello che avete fatto, grazie per ciò che continuerete a fare. 

Il X Congresso della UIL Abruzzo ci aveva affidato un mandato, quello di costruire dal basso un unico livello organizzativo e politico regionale. Bene, oggi dopo un lungo percorso iniziato quattro anni fa, con la regionalizzazione dei nostri servizi di patronato e di CAF, con la regionalizzazione delle nostre associazioni di riferimento ADOC, UNIAT e lo sportello Mobbing e Stolking , giungiamo alle dovute modifiche statutarie e approdiamo a un nuovo modello politico-organizzativo della UIL Abruzzo, quello regionale. Abbiamo perseguito questa strada con determinazione, non solo perché essa era stata indicata come modello prevalente dalla nostra casa madre, la UIL, ma anche perché siamo consci che questo nuovo modello organizzativo risponde pienamente a due esigenze fondamentali: la prima, che ha una valenza prettamente organizzativa interna e la seconda che riguarda esternamente la realtà regionale abruzzese. Nel primo caso, il punto di partenza era stata la piena condivisione dello sforzo per la messa a terra di un sindacato, nuovo, moderno, al passo con i tempi, il sindacato a rete. Oggi siamo arrivati al passaggio di testimone del sindacato dei cittadini, felice intuizione della UIL degli anni 80,  all’altrettanto  felice intuizione del nostro Segretario Generale Pierpaolo Bombardieri, di identificare nella nostra UIL il sindacato delle persone, come elemento di rappresentanza dell'individuo nella collettività della società del  terzo millennio. Per questo  abbiamo elaborato una struttura sindacale regionale, che ha nella rappresentanza capillare del territorio il suo cuore pulsante. Con la regionalizzazione della UIL Abruzzo noi abbiamo rielaborato la piramide ribaltandola, meno generali all'apice di essa, più truppe alla sua base. Meno risorse umane e finanziarie nella parte apicale, più risorse umane e finanziarie da dislocare nei territori. Vogliamo rendere pratico, operativo, utile a coloro che rappresentiamo il nostro sindacato a rete, il nostro sindacato delle persone. In una società abruzzese in continua evoluzione, dove emergono sempre di più povertà, bisogno di aiuto, necessità di contatto continuo, il nostro livello di prossimità ai bisogni delle persone ci porterà a vincere questa nuova sfida. Nel secondo caso, il messaggio che noi vogliamo lanciare alla nostra Regione e che a partire da noi, dalla nostra Uil Abruzzo, mettiamo al bando le logiche di campanile, che divorano da tempo immemore la stessa società abruzzese, iniziando a ragionare e progettare la crescita sociale ed economica della nostra terra, con una visione più alta che guarda al bene dell’intero Abruzzo, evitando di scivolare in logiche di parte che spesso hanno prodotto danni notevoli all’interesse collettivo di una piccola regione come la nostra. La nostra ambizione è quella di stimolare un dibattito con L’Abruzzo istituzionale, l’Abruzzo politico, l’Abruzzo sociale, l’Abruzzo economico, l’Abruzzo intellettuale e della conoscenza per far nascere una nuova cultura che  elevi il sentimento di appartenenza ad una unica comunità regionale che ponga  al centro il bene comune della nostra terra d’Abruzzo, insomma lavoriamo tutti insieme per un nuovo PATTO PER L’ABRUZZO! Sul sociale , come Uil Abruzzo insieme all’ Uniat nazionale e regionale e al Comune di Pescara abbiamo portato a termine un progetto per consegnare alla cittadinanza pescarese un Orto Urbano Sociale, che  abbiamo intitolato al compianto Antonio Ortolano, sindacalista di lungo corso della uil pescarese e della uil scuola. Con questa iniziativa vogliamo porre le basi per esaltare il senso di comunità, di cooperazione sociale e il senso di appartenenza su base territoriale, considerando lo spazio così realizzato un luogo di aggregazione, di incontro e di trasferimento di saperi intergenerazionali anche per la diffusione dell’educazione ambientale. Non ci fermeremo qui, nelle prossime settimane contatteremo  le amministrazioni comunali di Pescara, Chieti e Lanciano, per la creazione di parchi giochi inclusivi  intergenerazionali che consentiranno soprattutto ai ragazzi diversamente abili di avere uno spazio loro dedicato per il gioco e per la socialità.

Care delegate e cari delegati, la UIL Abruzzo, che oggi nel nostro XI Congresso regionale, noi vi consegniamo è una UIL in buona salute. In questo ultimo quadriennio, lo dico con una punta di orgoglio, abbiamo sfondato il tetto dei 55 mila iscritti. Le ultime elezioni per il rinnovo del pubblico impiego hanno registrato un’altissima partecipazione democratica dei lavoratori al voto, attestandosi a oltre il 85% degli addetti che si è recata a votare. Le nostre liste dalle ASL agli enti locali, dalle amministrazioni centrali dello stato alla scuola e all'università, hanno avuto un grande successo elettorale. Un esempio su tutti, la UIL è il primo sindacato nella sanità pubblica regionale. Le lavoratrici e i lavoratori ci hanno premiato anche nelle elezioni delle RSU nei vari settori del privato. Anche qui solo alcuni esempi, visto che usciamo da un calendario di rinnovi fresco di qualche giorno. Con il 45,46% e per la sesta volta consecutiva, la nostra lista della UILM è risultata prima nella seconda azienda per numero di occupati della regione Abruzzo, la L Foundry; con il 65,82% dei voti la nostra lista ha vinto le elezioni in un'importante azienda di componentistica, la FIAMM-Siapra. Poi successi alla Saes, alla Etex, all’Italprefabbricati-Rdb, alla Denso, alla Amadori , solo per citare gli ultimi. GRAZIE A TUTTI VOI. Questo è il successo di questa grande e immensa famiglia che è la UIL Abruzzo. 

Non dimentico parimenti il lavoro enorme fatto dai nostri servizi, nelle 30 sedi sparse su tutto il territorio regionale. Anche qui, alcuni numeri che riassumono meglio di ogni altro possibile commento, la crescita degli ultimi anni del patronato ITAL e del CAF. L'ITAL è cresciuta in dieci anni passando da 9300 punti del 2011, ai 35736 del 2021. Il CAF dalla sua regionalizzazione in sei anni è passato da 29820 modelli 730 del 2015 a 43389 modelli del 2021. Questa è la UIL che consegniamo a questa assise congressuale, sicuro che da questi due giorni di impegno, saremo in grado di costruire il nuovo gruppo dirigente della UIL Abruzzese, che saprà ancora meglio rivestire il ruolo centrale che la nostra organizzazione ha oggi nel mondo del lavoro, nel sociale, raccogliendo ed interpretando i bisogni della nostra gente d'Abruzzo.

Voglio chiudere questo mio contributo ai lavori dell'XI Congresso Regionale della UIL Abruzzo con le parole di uno dei padri costituenti della nostra UIL, venuto a mancare qualche settimana or sono, Ruggero Ravenna: "Una nuova frontiera si difende creando le premesse per sempre più avanzate conquiste proprio nella misura in cui le nuove generazioni che operano nel sindacato e che in esso si accostano, sanno fare tesoro delle esperienze e si impegnano per dare loro continuità. E questo per garantire non soltanto la crescita del movimento, ma anche soprattutto un sicuro progresso sociale e civile del paese nel rispetto di valori che sono alla base della nostra democrazia ".

Viva la UIL Abruzzo, viva la UIL.

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