Addio Province, nascono 7 super città (Il Messaggero)

Progetto Uil-Università per il riassetto dell'Abruzzo

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Addio Province, nascono 7 super città

LA PROPOSTA UIL: ADDIO PROVINCE, SI' A 7 CITTA' FUNZIONALI

IL MESSAGGERO

ASSETTI

L'AQUILA E' un Abruzzo rivoluzionato nella sua geografia amministrativa, o meglio ripensato non su parametri burocratici, ma sulla conoscenza effettiva del territorio. Un Abruzzo che cambia i suoi confini interni, anche e soprattutto in vista della riforma costituzionale che, se passerà lo scoglio del referendum, vedrà definitivamente abolite le Province. Sette Fua (aree funzionali urbane) con sette città di riferimento che diventino davvero tali, anche agli occhi dell'Europa e delle sue casse, con la possibilità cioè per le città guida (o forti) di accedere ai finanziamenti Fsc oggi riservati ai soli capoluoghi di provincia. La proposta l'ha lanciata uno studio universitario condotto da Roberto Mascarucci, Aldo Cilli, Francesca Garzarelli e Donato Piccoli, con il secondo quaderno di Abruzzo 2020 presentato nei giorni scorsi dalla Uil.

Si tratta di un passo importante verso la realizzazione dell'agenda urbana europea chiesta da Bruxelles e su cui l'Italia si trova in forte ritardo. Lo studio prevede in pratica di suddividere il territorio regionale in sette aree funzionali urbane con altrettante città forti: Teramo, Pescara-Chieti, Lanciano, Vasto e, nell'interno, L'Aquila, Avezzano e Sulmona. «E' una divisione che disegna tutto un altro tracciato rispetto alla riforma Barca e a quella delle strategie delle aree interne approvata ultimamente dalla Regione - spiega Roberto Campo, segretario regionale Uil -. Una divisione basata sugli effettivi centri di interesse dei territori di riferimento, che elimina ambiguità e fornisce una strada di organizzazione del territorio basata principalmente sulla fornitura dei servizi relativi alla salute, al trasporto e all'istruzione. In tal senso, ad esempio, si è mossa la riforma del sistema sanitario che, ad eccezione di Sulmona il cui peso va ripensato, ha individuato i sei ospedali di primo livello».

Intorno alle città forti, poi, ruotano i sistemi insediativi intermedi e quelli marginali, ovvero le aree della regione dei Parchi. Per ognuna di queste tre entità, lo studio individua interventi specifici.

APPEAL

«Nell'ambito delle città forti si dovranno mettere in campo urgenti ed efficaci politiche concrete di rafforzamento delle attività di ricerca e sviluppo, di formazione, internazionalizzazione delle imprese e sostegno all'innovazione di processo e prodotto (startupping), ma, anche - si legge nella ricerca -, di ammodernamento e potenziamento della dotazione infrastrutturale e tecnologica, di rigenerazione urbana, di miglioramento dell'efficienza energetica ed ambientale del costruito, di ristrutturazione sostenibile della mobilità urbana, di promozione di attività culturali, artistiche e creative in grado di elevare l'appeal complessivo delle città».

Innovazione, infrastrutture tecnologiche e rigenerazione dei sistemi produttivi, invece, dovranno riguardare le cosiddetta aree in ascesa, ovvero quei territori posti nelle immediate adiacenze dell'armatura urbana delle città forti; mentre per le aree dei Parchi si dovrà lavorare sulla conservazione della biodiversità e la difesa delle risorse idrogeologiche, sulla valorizzazione turistica e sostegno alle popolazioni indigene con formule perequative innovative, ma soprattutto sulla ristrutturazione amministrativa che preveda unioni e fusioni dei Comuni. Una formula, quest'ultima, che in Abruzzo finora non ha dato grandi risultati: «Siamo molto al di sotto della media nazionale» ricorda Campo.

Patrizio Iavarone

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