Legge di Stabilità 2016 - prime note illustrative a cura della Uil nazionale

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LEGGE DI STABILITA 2016

PRIME NOTE ILLUSTRATIVE A CURA DELLA UIL SERVIZIO POLITICHE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Rispetto alle bozze circolate nei giorni scorsi sono confermati tutti i principali provvedimenti: neutralizzazione delle clausole di salvaguardia per il 2016; l’abolizione della TASI e IMU; blocco per il 2016 degli aumenti dei tributi e delle Addizionali regionali e locali; tagli lineari; proroga decontribuzione per nuove assunzioni: abolizione IRAP agricola; parziale finanziamento del fabbisogno sanitario per il 2016; salario di produttività e welfare aziendale; contrasto alla povertà; l’innalzamento dell’uso del contante da mille euro a 3 mila euro.

Nello specifico,  per quanto concerne le clausole di salvaguardia (aumento IVA e revisione delle detrazioni fiscali per 16,5 mld. di euro per il 2016), esse sono rinviate di un anno, e, quindi, al 2017. Infatti l’aliquota IVA del 10% salirà al 13% nel 2017; l’aliquota del 22% salirà di 0,5% nel 2017 e di un ulteriore 1% nel 2018.

La TASI sulle prime case è abolita, ad eccezione di quelle classificate in A/1, A/8 e A/9 (case di lusso), così come è abolita l’IMU sugli “imbullonati nei capannoni industriali e l’IMU agricola per i coltivatori. E’ altresì abolita l’IRAP per le imprese agricole. Per quanto concerne le cosiddette case di lusso si riconferma il pagamento dell’IMU, ma con aliquota ridotta al 4 per mille.

Per tutto il 2016 le Regioni e glie Enti Locali non possono aumentare le aliquote dei tributi e delle addizionali IRPEF, ad eccezione per i Comuni della Tassa Rifiuti. Fanno eccezione le Regioni alle prese con i disavanzi sanitari e con gli anticipi dei pagamenti dei fornitori, per le quali possono aumentare le addizionali IREPF e IRAP; i Comuni che hanno o dichiarano il pre-dissesto.

Ciò significa per il 2016 si opera un blocco parziale delle imposte tasse e tariffe locali, in quanto la norma prevede, di fatto,  che possano aumentare i TICKETS  sanitari, le rette degli asili nido, rette scolastiche ecc. 

Anche per il 2016 è confermata la decontribuzione per le nuove assunzioni anche per il 2016, ma limitata nel tempo (2 anni); e nell’intensità di aiuto (il 40% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro). E’ confermata la decontribuzione anche per il settore agricolo.  

Sono prorogati a tuto il 2016 gli sgravi fiscali per interventi di ristrutturazioni edilizie, riqualificazione ed efficientamento energetico e acquisto di mobili.

Per le imprese è previsto il “super ammortamento” del 140% per spese di investimenti di beni materiali ed immateriali atti alla produzione.

Per quanto riguarda le partite IVA cosiddette “minimi” (sotto i 30.000 euro), il reddito per gli anni 2016 e 2017 è ridotto di 1/3; per le start up l’aliquota è fissata al 5%; inoltre i contributi previdenziali sono ridotti del 35%.  

Il canone RAI passa da 113,50 euro a 100 euro nel 2016 e a 95 euro nel 2017, ma verrà messo direttamente nella bolletta elettrica.

Per la detassazione al 10% del salario di produttività, per i redditi fino a 50 mila euro, sono previsti 430 mln di euro e riguardano i premi aziendali fino a 2 mila euro aumentati a 2.500 euro nelle aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori e lavoratrici nell’organizzazione del lavoro. 

I “benefici” derivanti dall’attivazione di misure di “welfare aziendale” sono detassati. 

Per i lavoratori e lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata dell’INPS anche per il 2016 si applica l’aliquota del 27%.

Per il 2016 e 2107 sono previsti incentivi alle assunzioni di giovani nelle università e nei beni culturali.

Pe quanto riguarda la flessibilità in uscita delle pensioni essa è limitata alla conferma dell’opzione “donna” e al part time per i lavoratori e lavoratrici più anziani. E’ confermata la settima salvaguardia degli esodati, mentre è prevista l’innalzamento della NO TAX AREA per i pensionati(da 7.500 euro a 7.750 euro per gli under 75 anni e da 7.750 a 8 mila euro per gli over 75 anni), ma a partire dal 2017 e limitatamente ai redditi fino a 15 mila euro. 

Per la cassa integrazione in deroga è previsto un aumento di risorse di 250 mln di euro, ma il trattamento salariale non può essere superiore ai 3 mesi.

Per il contrasto alla povertà per il 2016 è previsto uno stanziamento di 600 mln di euro comprensivo dei 167 mln di euro del Piano di Azio0ne e Coesione che prevedeva l’estensione dei sussidi di povertà a tutto il territorio del Sud. E’ inoltre previsto l’aumento per il fondo per la non autosufficienza e misure per il “dopo di noi”.

Sono previsti 300 mln di euro per il rinnovo dei contratti per il personale dello Stato, comprese le forze armate e i corpi di polizia. Per il personale dei restanti comparti gli oneri degli aumenti contrattuali sono posti a carico dei rispettivi bilanci. 

Per il 2016 e 2017 per gli interventi nella cosiddetta “terra dei fuochi”, è previsto uno stanziamento di 150 mln di euro per ciascun anno.

Viene alleggerito di 800 mln di euro il Patto di Stabilità Interno per i Comuni, viene altresi’ridotto di 800 mln di euro il fondo per la riduzione della pressione fiscale.

Alle Regioni, oltre il mancato finanziamento integrale del fondo sanitario nazionale per il 2016 (2,3 mld di euro in meno), vengono tagliati i trasferimenti pari a 3,9 mld di euro per il 2017 e 5,5 mld di euro per il 2018.

Le coperture della manovra sono affidate ai suddetti tagli di spesa (lineari),  cui si aggiungono altri 3,1 mld di euro di tagli di spesa dei Ministeri, compresi 48 mln di euro ai “Patronati” e 60 mln di euro per i CAF.

Infine, ma non meno importante la questione degli investimenti e dello sviluppo del Sud.

Per quanto concerne gli investimenti essi sono riservati, attraverso la clausola di flessibilità (0,3% del PIL che vale circa 5,1 mld di euro di cofinanziamento nazionale ai fondi europei fuori dal Patto di Stabilità Interno), alla sola accelerazione della spesa dei fondi strutturali europei per il 2016 pari a 11 mld di euro (5,1 di cofinanziamento nazionale), di cui 7 mld  euro nel Sud. Pur se condivisibile la scelta di accelerare al spesa dei fondi europei, rimane il fatto che, per la spesa di investimenti non è previsto un aumento delle risorse, bensì una  razionalizzazione delle risorse già previste.

Quanto al Sud se si esclude “forse” un migliore impiego delle risorse europee, gli interventi per la terra dei fuochi e il fondo di garanzia per l’ILVA, non c’è traccia id interventi specifici quali misure per la fiscalità di vantaggio.

PRIME RIFLESSIONI 

Nel riservarci di leggere bene tra le righe e, soprattutto le tabelle, questa è una Legge di Stabilità in chiaro scuro, dove a prevalere però è più lo scuro che non il chiaro.

Ci sono degli argomenti condivisibili e che sono da alcuni anni parte importante delle rivendicazioni del sindacato quali la detassazione dei salari di produttività e ‘innalzamento” della NO TAX AREA per i redditi da pensione, che però sconta il rinvio la 2017 ed è limitata ai rediti fino a 15 mila euro. 

Bene l’abolizione della TASI sulle prime case, anche se avremmo preferito che fosse fatta in maniera più selettiva, e, soprattutto non capiamo del tutto lo “sconto” fatto alle case di lusso. 

Sostanzialmente condivisibile anche se insufficiente il piano di contrasto alla povertà. 

Sono del tutto insufficienti, le risorse per il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego e preoccupante il mancato finanziamento integrale del fabbisogno del sistema sanitario, perché i 2 miliardi mancanti potrebbero trasformarsi in aumenti Ticket e delle Addizionali Regionali IRPEF nelle Regioni con disavanzo sanitario.  

Così come è del tutto insoddisfacente la lettura in “chiave Sud” dei provvedimenti che riguardano lo sviluppo e gli investimenti.

 

OTTOBRE 2016

 

 

 

 

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