Il crollo del lavoro: non dipende solo dalla crisi ma anche da politiche sbagliate

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Il crollo del lavoro:

non dipende solo dalla crisi ma anche da politiche sbagliate

Comunicato UIL ABRUZZO

Lavoro italiano a picco, l’Abruzzo ancora peggio. Continua l’erosione del numero degli occupati. I 500mila occupati sono sempre più alle nostre spalle: nel III trimestre 2014 siamo a 474mila, ulteriori 3mila sotto il pessimo dato del III trimestre 2013.

I disoccupati a due cifre, che prima della crisi erano 33mila, dopo un po’ di anni in cui sono saliti tanto che la prima cifra è stata il “6”, ora sono arrivati a 70mila, pari al 12,9% (contro l’11,8 medio nazionale). Anche la cassa integrazione è in crescita, il Abruzzo più che nella media nazionale (dati ottobre 2014 su settembre): +18,5 in Abruzzo, a fronte di un +13,2 a livello medio nazionale.

 

Il Presidente del Consiglio ha spiegato alla stampa americana che in Italia è quasi impossibile licenziare e che il JOBS ACT porrà rimedio a ciò. I dati dicono il contrario: durante gli anni della crisi, mediamente in Italia abbiamo avuto 10 milioni di cessazioni di rapporti di lavoro all’anno. Un singolo lavoratore può aver subito più di una cessazione di contratto all’anno, per cui ai 10 milioni di contratti cessati non corrispondono 10 milioni di lavoratori, ma è evidente che non è affatto vero che abbiamo un mercato del lavoro ingessato. Il vero problema è che le assunzioni attivate sono inferiori alle cessazioni, perché ciò che manca è la crescita.

Inoltre, le nuove assunzioni sono per oltre l’80% con contratti a termine e 2/3 dei lavoratori a part-time lo sono perché costretti e non perché volontari.

Con lo sciopero generale del 12 dicembre cercheremo di far capire al Governo che ha scelto la strada sbagliata: riformare il mercato del lavoro a costo zero, attraverso riduzione di tutele, aumento della liberalizzazione dei contratti e del facile licenziamento immotivato. L’altra strada, quella che sosteniamo, è far ripartire l’economia interna, con investimenti pubblici e privati e rilancio dei consumi, quella che il Presidente Renzi sembrava aver imboccato con gli 80 €, ma che poi ha smarrito.

Pescara, 28 novembre 2014

Per la UIL ABRUZZO (Roberto Campo)

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