Contro il terrorismo islamista

Si onorino le vittime di Bruxelles combattendolo meglio

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CONTRO IL TERRORISMO ISLAMISTA

Si onorino le vittime di Bruxelles combattendolo meglio

L'attacco dell'islamismo al resto del mondo, soprattutto al mondo occidentale, non è cominciato con Bruxelles e non finirà presto.

Gli aggrediti fanno ancora fatica a identificare il nemico che non da ieri li attacca. È un nuovo totalitarismo. Ha in comune con i vecchi totalitarismi l'odio per la libertà, ma in più ha una dimensione religiosa.

Il mondo occidentale, l'Europa soprattutto, è diviso. Speriamo che questo ulteriore sangue serva almeno a spingere finalmente le democrazie a unirsi, identificando  il nemico per combatterlo su tutti i piani, coordinando difesa, polizie, politiche dell'immigrazione e dell'integrazione.

L'esperienza italiana di lotta al terrorismo brigatista contiene qualche insegnamento utile: riconoscere l'album di famiglia dei terroristi (non sono sedicenti islamisti così come le BR non erano sedicenti rosse); praticare l'unità nazionale; prosciugare lo stagno di complicità in cui nuota il pesce terrorista.

Infatti, le stragi di Parigi e Bruxelles perpetrate dallo Stato Islamico hanno evidenziato come in una parte minoritaria ma estremamente aggressiva dell'immigrazione, sopratutto arabo-islamica, vi sia una rete di sostegno ai terroristi islamisti. È necessaria una reazione implacabile della maggioranza degli immigrati di fede islamica contro gli islamisti, che devono essere considerati nemici mortali, non l'equivalente dei "compagni che sbagliano" di brigatista memoria.

Il tratto più importante dell'Islam europeo dovrà essere il rifiuto delle culture anti-donna che esprimono gli islamisti.

Libertà, pluralismo, dialogo, apertura agli altri - ma nessuna tolleranza per gli intolleranti.

Il sindacalismo, che unisce lavoratori di diverse etnie e fedi, credenti e non, nella promozione di interessi comuni ma anche nella condivisione di valori di reciprocità, fratellanza, laicità e giustizia, è uno degli strumenti di dialogo e di integrazione, che ci proponiamo di rafforzare.

23 marzo 2016                                 UIL Abruzzo 

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